Ridonare al Tempio G di Selinunte la sua maestosità. Recuperare la sua storia, riconsegnargli la sua posizione predominante sull’intera area. È un progetto che passerà alla storia quello a cui si sta lavorando al parco archeologico siciliano, lo stesso che qualche mese addietro è riuscito a ridefinire la sua agorà, 33 mila mq. Enorme, come enormi erano le architetture: il Tempio G, che risale al VI-V secolo a.C., è lungo ben 109 metri e largo 45; ciascuna colonna era alta oltre 16 metri e l’intero edificio raggiungeva circa i trenta metri. Si pensa non sia mai stato completato e che la costruzione sia stata interrotta da un evento naturale (forse un terremoto).
Su proposta dell’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, nel 2022 il governo della Regione Siciliana ha dato l’ok al “Progetto di valorizzazione del parco archeologico di Selinunte”, che prevede un grande intervento di studio e di restauro. Entro fine anno la Regione Siciliana pubblicherà la gara per dare il via al grande cantiere fortemente voluto dall’assessore Samonà, mirato ad acquisire nuovi dati e conoscenze sul Tempio selinuntino, al suo restauro e ricomposizione di alcune parti, fra cui tre gigantesche colonne del peristilio meridionale, che saranno ricollocate con i relativi capitelli. E sarà anche restaurato il “Fuso della Vecchia”, la colonna sollevata nel 1832 dallo scultore Valerio Villareale su commissione del Duca di Serradifalco. La ricomposizione del Tempio G sarà un cantiere “aperto” al pubblico, seguito da visitatori, studenti e amici.
Individuato il gruppo di lavoro, toccava al finanziamento; le risorse sono state individuate già nel dicembre 2020, ma soltanto nel 2022 è arrivato l’ok definitivo al finanziamento. Il gruppo di studio che da tempo sta lavorando al progetto è composto, principalmente, dagli archeologi Valerio Massimo Manfredi (con all’attivo numerose pubblicazioni e docenze in Italia e all’Estero), Oscar Mei (docente di Archeologia classica presso l’Università di Urbino, Presidente del centro studi vitruviani e allievo del professor Mario Luni), Claudio Parisi Presicce, attuale Soprintendente dei Beni Culturali di Roma Capitale e membro di numerose missioni archeologiche italiane e internazionali, fra cui la Missione Malophoros a Selinunte).
Sarà un grande cantiere della conoscenza perché farà conoscere al mondo intero la maestosità di questo edificio sacro, considerato uno dei più grandi dell’antichità classica. La ricollocazione delle tre grandi colonne è un’operazione culturale di respiro internazionale, il biglietto da visita di una Sicilia che vuole guardare al futuro nel nome della propria storia e della propria identità culturale e di una visione mediterranea e cosmopolita, che ha lo scopo di restituire centralità all’Isola. Un sogno che si realizza e che permetterà a tutti di rendersi conto di ciò che fu questo grande tempio dell’antichità. Ma un progetto di questa portata non mancherà di attirare l’attenzione del mondo su Selinunte, con inevitabili ricadute sul numero di visitatori che in futuro vorranno scoprire il parco archeologico.