Rubbettino Editore
Un viaggio alla scoperta di aristocratici esponenti di una Sicilia e di un mondo che non esiste più, immerso nelle atmosfere del Mito, di quella dimensione metafisica che, per sua stessa natura, è senza tempo. “Bonjour Casimiro”, pubblicato per Rubbettino Editore, racconta l’universo di Casimiro Piccolo, pittore e fotografo di rara sensibilità, e i luoghi in cui vissero i baroni di Calanovella, questi originali “Gattopardi siciliani” che a partire dai primi anni Trenta lasciarono per sempre Palermo e i salotti mondani della nobiltà cittadina, per trasferirsi nella villa di famiglia, immersa nel verde sulle colline di Capo d’Orlando, sospesa fra il mare e i monti Nebrodi.
Qui nacque una nuova pagina di storia per questa
famiglia, che Casimiro Piccolo, il
celebre poeta Lucio Piccolo e la sorella Agata Giovanna, esperta di
botanica, scrissero insieme alla madre, Teresa
Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò. Nel libro, a più riprese appare anche la figura di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino
dei Piccolo che amava soggiornare nella villa orlandina per ritrovare qui
quella perduta atmosfera familiare e cercare spunti per “Il Gattopardo”, il più
grande capolavoro letterario del Novecento.
Nelle pagine di Samonà c’è tutto questo: la trama accompagna il lettore fra le pieghe di questo mondo rarefatto, con un protagonista maschile – Giulio – e una protagonista femminile – Edith – che sembrano quasi elementi complementari dell’universo stesso.
“Bonjour Casimiro” non si configura come un romanzo classico, ma unisce diversi stili e forme ora più narrative e fantastiche, ora storiche e descrittive - corroborate dalla presenza di una bibliografia finale di riferimento - assumendo in alcune parti le sembianze di un saggio storico e, in altre, di un racconto visionario. Il libro ha come sottotitolo “Il barone e la villa fatata” e presenta, appunto, questa commistione di stili voluta dall’autore quasi come gioco letterario. Ed è un attraversamento delle regole ordinarie spazio-temporali, con incontri e contesti di riferimento impossibili e il disvelarsi graduale di una verità che sovrappone realtà e mondi onirici o forse paralleli. Nel volume non mancano infatti immagini fantastiche o “mitiche” – le stesse espresse da Casimiro Piccolo nei suoi acquerelli – che si traducono nell’apparizione di gnomi, ninfe, maghi, folletti e di altri spiriti della natura. Il libro appare, dunque, come un viaggio fra vicende di tempi andati e dimensione contemporanea, che mette insieme reale e visioni immaginifiche, a volte surreali, nelle quali il narratore si confonde a più riprese con il protagonista del libro, quasi fosse il suo “doppio”.